Il Kayak (“Barca degli uomini”) è la tipica imbarcazione dei popoli artici, realizzata con un’armatura di osso di renna ricoperta di

pelli di foca, usata per spostarsi e pescare in quelle gelide acque; la sua origine sembra sia molto antica, ma non è possibile

indicare una data precisa.

 

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Gli europei ne vennero a conoscenza nel 1745, quando alcuni cacciatori

russi riferirono di questa strana imbarcazione in usopresso gli eschimesi

della Groenlandia, descrivendone le caratteristiche; nel XIX secolo molti

curiosi si avventurarono a quellelatitudini per studiarne le peculiarità

e la tecnica d’uso.

 

Nel 1865 lo scozzese John Mc Gregor ne costruì un prototipo per, come

egli stesso disse, poter pagaiare lungo i corsi d’acqua e le rive dei mari;

nel 1866 fonda il primo club a Londra e nel 1873 la regina d’Inghilterra lo

istituzionalizza con il nome di Royal Canoe Club, che fu presto frequentato

da nobili e politici.

 

 

Nel 1867, per volere di Napoleone III, il Kayak viene presentato all’Esposizione Universale di Parigi; Mc Gregor attraversa la

Manica e per via fluviale arriva fino a Parigi; negli anni successivi inizia a diffondersi in tutto il mondo: nel 1871 viene fondato un

club a New York e nel 1855 a Bonn.

 

Nel 1900 viene pubblicato il primo trattato sulla tecnica della pagaiata a opera dell’esploratore, diplomatico e premio Nobel il

norvegese Fridtjof  Nansen (1861-1930), che dopo aver studiato diverse tecniche di voga, presso differenti tribù eschimesi, mette a

punto una sua sintesi.

 

Storia 1Nei decenni a venire prende piede l’aspetto sportivo-agonistico del Kayak e vengono organizzate

gare e regate su diverse distanze; tuttavia lo spirito con il quale Mc Gregor ne propose la

fruizione e che fissò nel suo libro Mille miglia sul Rob Roy  (il nome datoalla sua

imbarcazione), in cui raccontava dei suoi viaggi, permane: è lo spirito del viaggiatore

più che del turista o dell’agonista; di colui che costeggiando per mare, attraversando

laghi e discendendo fiumi vuol vivere l’incanto della natura ed esplorare il suo mondo

interiore, attraverso la solitudine e l’introspezione, godendo della vista di luoghi da

un’altra prospettiva rispetto al turista, consumatore di cliché e souvenir.

 

Nonostante ciò il Kayak, parallelamente al suo modo originario di essere fruito, assunse anche una

connotazione sportivo-agonistica: nel 1932 fu ammesso ai Giochi olimpici con gare di velocità e di

fondo, rispettivamente sulle distanze dei 1000 m (500m per le donne, poi da Montreal ’76 anche

per gli uomini) e dei 10000 m (distanza soppressa a Melbourne ’56) su imbarcazioni mono, bi, tri e

quadriposto e venivano svolte su acque ferme secondo l’originaria predisposizione del Kayak a

essere usato su fiumi lenti, bacini, laghi e mare; successivamente (a Monaco ’72) furono

introdotte prove di slalom e discesa su acque mosse, riproducenti torrenti tortuosi e impetuosi.

Olimpiadi a parte, le Federazioni di settore organizzano campionati nazionali e internazionali

sulle specialità:

 

Acque piatte (K1 – K2 – K3)

Velocità 200 m – 500 m – 1000 m

Fondo 5000 m

Maratona > 10.000 m

Acque mosse

Discesa

Slalom

Polo

 

Ma per gli appassionati che conservano e vogliono tener vivo lo spirito di John Mc Gregor, il Kayak rimane un modo per vivere il

mare e coltivare il proprio mondo interiore; con lo spirito dell’escursionista e del viaggiatore più che dell’agonista.

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